domenica 20 luglio 2008

BankItalia ed il sociale

E' vero: cambiare troppo gli insegnanti può disorientare gli studenti. I motivi del turn-over sono diversi e non c'è solo l'avvicinamento. Oltre al precariato (attorno al 15%), a volte possono non esserci le “condizioni ambientali” per rimanere in una scuola. Ci si conosce quasi sempre per caso: anche nelle altre attività ciò può avvenire però mentre in un ufficio il dirigente decide chi scegliere e chi affiancargli, nella scuola questo non avviene. Ognuno con il tempo prova a cercare il proprio habitat ottimale. E i tempi di assestamento sono, giocoforza, più dilatati. E’ in gioco la libertà di scelta di ciascun individuo e non intesa come privilegio. Fermo restando che rimettersi in gioco dovrebbe essere una risorsa. O lo è in certi settori ed in altri no? Ci sono le assegnazioni delle cattedre da parte di alcuni presidi basate non sulla continuità didattica ma sull'anzianità di servizio o su altri opinabili motivi. Oltre alle ultime disposizioni ministeriali sulla composizione delle cattedre di diritto (18 ore sono e 18 devono essere!) per cui, per un gioco di incastri, la continuità didattica passa in secondo piano. Sicuramente questi aspetti non sono stati trascurati dallo studio di Bankitalia. Almeno si spera. Sul sito di BI, però, non c'è traccia di questo studio. Chiedere lumi per posta elettronica per avere accesso al materiale è fatica sprecata. E’ sconcertante l'uso ambiguo che viene fatto del termine scuola, in fase di offerta come istituzione (leggi: statistiche nazionali); in fase di domanda come istituto scolastico (leggi: esigenza dell’utenza). Fermo restando che il turnover degli insegnanti è ingente, è abbastanza curioso che un'istituzione, seppur con finalità pubbliche ma pur sempre dedita al denaro, si occupi di disagio sociale. Forse Bankitalia ha ingaggiato una task-force di sociologi. O forse è l'ennesimo esercizio di meccanica sociale da dare in pasto alla pubblica opinione di cui forse neanche BI è responsabile. Pubblica opinione che legge scuola e intende quello che gli passa per la mente (fannulloni?).Il passaggio dal dato reale alla spiegazione di un fenomeno di disagio dalle cause molto più complesse è davvero azzardato. Eventualmente BI si fosse mossa così in avanti…da che pulpito arriva alla predica! Nel sistema bancario il turnover è una componente fondamentale, le banche lo applicano ai propri dirigenti e funzionari. Ovvio il motivo: evitare posizioni di rendita o di assuefazione. Vai ogni tanto nella tua agenzia e scopri che è cambiato il direttore. Attendiamo impazienti i risultati dello studio sul disagio di un cliente di banca a dover trattare ogni volta con un esperto finanziario diverso.

P.S.: tramite vie traverse sono riuscito ad avere copia della ricerca di mercato della Banca d’Italia. Il lavoro esamina le caratteristiche demografiche degli insegnanti in Italia, i loro comportamenti sul mercato del lavoro e i meccanismi di allocazione tra le varie scuole. La motivazione che ha portato a questa indagine: gli economisti guardano alla scuola attraverso la lente della teoria della produzione. Si parla inoltre di abilità di trasmissione dei contenuti curriculari (via cavo, via satellite?). Insomma un perfetto meccanismo di input-output. Come era prevedibile, per chi conosce gli strumenti di statistica descrittiva, quello che è emerso è da ritenersi una ”tendenza” e non una teoria come si vuol far credere. Si legge: l’apprendimento degli studenti, misurato a livello nazionale, risente negativamente sia del turnover degli insegnanti (e della relativa mancanza della continuità didattica) sia dello scarso attaccamento degl insegnanti alla scuola in cui operano… Questo vuol dire, in termini specialistici, che la correlazione tra rendimento scolastico e mobilità (misurata con l’opportuno indice di Pearson) è negativa. Lo sapevamo già, grazie. Però: la correlazione a volta gioca brutti scherzi soprattutto se si vuole dimostrare un legame di causa-effetto che si dà per certo già dall’inizio. Se due grandezze presentano un coefficiente alto (vicino a 1) o basso (vicino a –1) vuol dire che una è causa dell’altra? Negli anni ’80 la correlazione tra il numero dei malati di Aids e il numero di personal computer era 0,87 (fonte Roberto Vacca). Allora? Ora: da una parte abbiamo i dati sugli insuccessi scolastici (output), dall’altra quelli sulla mobilità degli insegnanti (input) nuda e cruda…Ma guarda che combinazione! Ai ricercatori evidentemente non sono venuti in mente altri tipi di input se non quelli dettati dalla teoria della produzione. Ci sono gli psicologi behavioristi che studiano “i pregiudizi dello sperimentatore”: in pratica un esperimento dovrebbe essere condotto da ricercatori che ignorino quale risultato si desidera ottenere.


P.P.S.: Bankitalia fa svolgere un lavoro di riflessione ad un gruppo di italiani sullo stato della scuola italiana e non trova di meglio che rendere pubblico il lavoro in inglese!

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto il tuo scritto e condivido quanto hai espresso a proposito del turnover. Quali i fini di Bankitalia ? saranno da scoprire meglio e se sai qualcosa di più chiaro al riguardo informami.